2016
16
Ago

Prima notte fuori casa: in guardia!

Pubblicato in Rubrica Riposo a Agosto 2016 dalla redazione Marion

Dormire fuori casa non è per tutti così semplice

Finalmente in vacanza! Sole, mare, relax e divertimento ma, quando arriva sera e ti accingi a cadere nelle braccia di Morfeo in una splendida camera d'albergo, dotata di ogni comfort, la situazione è sempre la stessa. Sei nel tuo letto: occhi spalancati nel buio, ti giri prima su un fianco, poi sull'altro, sistemi il cuscino... Ma niente da fare. 1 pecora, 2 pecore, 3 pecore, 4, 5... 10... 100... 1000... Ancora nulla! Dormire fuori casa non è per tutti così semplice e, come ben sappiamo, un buon riposo è fondamentale. Anche in vacanza!

Secondo alcuni studiosi, c'è un motivo se quando si dorme fuori casa, non si riesce a dormire bene. Non dipende dalla comodità del letto o da quanto la stanza dell'albergo sia accogliente. La ragione è un'altra: una parte del cervello, in particolare l'emisfero sinistro, resta sveglia a fare la guardia. E' proprio il caso di dire che si dorme con un occhio solo! Questo fenomeno è stato ribattezzato “effetto prima notte” ed è una sorta di meccanismo protettivo e primordiale messo in atto dalla nostra mente per tenerci in allerta e difenderci da un ambiente nuovo che, in qualche modo, potrebbe nascondere dei pericoli. Durante il sonno, la capacità di rispondere agli stimoli ambientali si riduce in maniera misteriosa e piuttosto drastica, soprattutto in un ambiente a noi familiare ed è per questo che non ci è poi così difficile perderci nei meandri dei nostri sogni, nel nostro caro letto di casa. Fuori dal nostro habitat le cose cambiano.

Gli scienziati hanno studiato l’“effetto prima notte” su alcuni volontari, che sono stati invitati a dormire in laboratorio per alcuni giorni. Mentre i partecipanti riposavano, la loro attività cerebrale è stata analizzata attraverso l’impiego di alcune tecniche di neuroimaging. Le immagini hanno mostrato che, durante la prima notte di sonno fuori casa, i due emisferi del cervello presentavano livelli di attività diversi. In particolare, il lato sinistro sembrava immerso in un sonno meno profondo rispetto a quello destro. Inoltre, manifestava anche una maggiore risposta ai suoni. Tuttavia, durante le sessioni di sonno successive, questo effetto scompariva, dimostrando che il fenomeno si verifica soltanto la prima notte.

La diversa attività degli emisferi è stata riscontrata anche in alcuni animali, come i mammiferi acquatici ad esempio, che devono comunque risalire in superficie per respirare. Per noi si tratta semplicemente di una scelta istintiva e protettiva del nostro cervello, utile a metterci nella condizione di essere pronti a scappare in caso di attacco. Da qui si capisce anche perché diciamo “dormire con un occhio solo o con un occhio aperto” quando ci riferiamo a qualcuno che può sembrare distratto, quando invece non lo è.

C'è un modo per dormire meglio la tua prima notte fuori: porta con te il tuo cuscino o soggiorna in un hotel o albergo con ambientazione simile a casa tua, per contrastare il tuo istinto auto-protettivo. In ogni caso gli esperti spiegano che, chi viaggia spesso, impara inconsapevolmente ad annientare l'effetto prima notte. Il cervello umano è molto flessibile e, per questo, chi si trova ogni giorno in un posto nuovo può comunque avere un sonno su base regolare.